Le emergenze mediche nello studio dentistico rappresentano un problema di grande interesse per il medico chirurgo odontoiatra, poiché chi esegue una tecnica medico-chirurgica diventa per questo stesso fatto il diretto responsabile di ogni possibile complicanza che ne derivi e di conseguenza tenuto alla gestione, nell’ambito delle sue competenze, di queste.
Il medico chirurgo odontoiatra deve perciò mettere in atto tutte quelle precauzioni in grado di ridurre l’incidenza di eventi avversi o comunque a permettere di gestire l’eventuale emergenza che dovesse insorgere.
Sebbene i diversi corsi universitari provvedano a dare informazioni teorico-pratiche sulla gestione delle emergenze, il mantenimento e l’approfondimento di queste conoscenze nel periodo post-laurea è lasciato all’iniziativa personale.
Già dal 2002 l’ADA Council on Scientific Affair raccomanda che tutti i medici chirurghi odontoiatri ricevano un’adeguata formazione mediante corsi specifici in tecniche di rianimazione di base e gestione delle emergenze.
Inoltre viene fortemente raccomandato di mantenere “vive” queste nozioni o certificazioni mediante corsi di aggiornamento.
Fortunatamente le emergenze mediche sono piuttosto rare in uno studio odontoiatrico. Tuttavia queste si possono verificare anche durante semplici manovre o addirittura verificarsi nella sala d’attesa per cause non legate alla pratica odontoiatrica stessa.
Sono generalmente emergenze legate a reazioni da stress (crisi vaso-vagali), tossicità da sovradosaggio di anestetico locale e/o vasocostrittore o aggravamento di patologie preesistenti (pazienti cardiopatici, ipertesi, diabetici, asmatici, etc).
Pertanto in aggiunta alla formazione di base del personale medico infermieristico presente nello studio, anche la struttura deve essere adeguata per poter approntare le prime cure in caso di malore più o meno grave.
Sebbene ci sia consenso sul fatto che sia necessario avere a disposizione farmaci per la gestione delle emergenze più comuni, non esiste un univoco consenso su quali farmaci e su quali strumenti uno studio medico odontoiatrico debba avere a disposizione, ma solo alcuni “suggerimenti”.
Ossigeno, atropina, aspirina, adrenalina, corticosteroidi, salbutamolo e altri sono farmaci che dovrebbero sempre essere disponibili per il pronto uso in uno studio odontoiatrico.
Al discorso farmacologico va aggiunto anche quello delle minime dotazioni presenti nello studio. Queste vanno dalla banale “agocanula” per stabilire un accesso endovenoso, alle semplici cannule per mantenere la pervietà delle vie aeree, al pallone di Ambu, alle apparecchiature per la cardioversione.
Insomma, l’obiettivo è quello di prestare un primo valido soccorso al fine di permettere, successivamente, l’intervento dei medici e delle strutture specifiche dell’emergenza.
In quest’ottica diventa essenziale che il titolare dello studio odontoiatrico si preoccupi della formazione del personale in modo che questi, ognuno per le proprie competenze, diventi veramente capace di un utile intervento in caso di necessità.
Allo stesso modo il livello delle dotazioni di “sicurezza” dello studio odontoiatrico spettano comunque al medico titolare dello stesso che si trova nella posizione ideale per valutare i rischi e l’appropriatezza delle dotazioni in relazione all’attività svolta.
Un’adeguata dotazione senza personale capace ed adeguatamente istruito nel loro utilizzo rende “insicuro” anche il più moderno studio odontoiatrico.
La capacità di selezionare, riconoscere e trattare un paziente a rischio è, dunque, di fondamentale importanza per ridurre ulteriormente l’incidenza di eventi avversi nello studio odontoiatrico.